La Nostra Storia

Defendente

L'Agnello

Dina e Angelo

Dina e le figlie Anita e Giovanna

Anita

Giovanna

Enrico e Anna

Marika e Marco

La sua costruzione avvenne tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, per un’esigenza di Defendente Carmati, reduce della “spedizione dei Mille” di Garibaldi, alla quale partecipò in giovane età.

Al suo ritorno penso di continuare il lavoro iniziato dalla sua famiglia. Essendo proprietario di alcuni negozi nella frazione Naggio, si recava spesso con carri e muli al porto lacustre di Menaggio o nella città di Como per rifornirsi degli alimenti e dei materiali occorrenti ai suoi negozi. 


Il viaggio spesso era lungo ed avendo bisogno di un punto di ristoro per se stesso, per i suoi aiutanti e per i muli, decise di costruire a Cardano (frazione a valle prima di intraprendere la ripida salita verso Naggio) un magazzino dove poter rifocillarsi e riposare e un’eccellente cantina per conservare parte delle derrate alimentari e i vini. 


Nacque così la prima versione di quello che, anni dopo, sarebbe stato chiamato “Agnello”. 

Col passare degli anni il “magazzino” prese sempre più la forma di una casa e nel 1910, quando la figlia si sposò, gliela cedette affinché ne facesse un’attività commerciale tutta sua. 

Dina, la figlia, aprì dapprima un’Osteria e un negozio di alimentari. In seguito l’osteria divenne trattoria e poi trattoria con alloggio.

Il negozio di alimentari venne chiuso per dare spazio alla locanda.


Passarono gli anni, passò anche la Prima guerra mondiale, con non pochi disagi, ma intanto le figlie di Dina e Angelo, Anita e Giovanna, crebbero e la locanda Agnello divenne una Pensione con bar, sala ristorante, camere e cucina molto apprezzata per la genuinità, la freschezza dei cibi, fatti tutti rigorosamente in casa e annaffiati dall’eccezionale vinello di Angelo.


Purtroppo però arrivarono gli anni ‘40 che portarono l’inesorabile seconda guerra mondiale. In un grande albergo del paese, l’Hotel Miravalle si insediò la Decima MAS, una flottiglia che riunì le camicie nere dei dintorni, quelle più crudeli e perverse e che con la scusante dell’ideale fascista, diedero libero sfogo alle loro nefandezze. 


L’Agnello, in quel periodo, ospitava diverse persone sfollate da Milano per sottrarsi al pericolo di azioni belliche o scampate per miracolo dalla sicura fine nei campi di concentramento. Tra queste ultime c’erano anche due distinte professoresse Ebree. Nel bel mezzo di una notte, un manipolo di facinorosi della Decima, mitragliarono ripetutamente l’Agnello, a guisa di avvertimento e con la manifestata promessa di un loro prossimo ritorno per uccidere sia i proprietari che i loro ospiti.


Conseguentemente la pensione si svuotò, le due professoresse partirono per la Svizzera, con l’accordo che si sarebbero fatte sentire a guerra finita…ma di loro non si seppe più nulla.


Dopo la liberazione, Mussolini in fuga dall’Italia, e all’insaputa di chi aveva previsto lo stesso verso Merano per poi raggiungere la Germania, decise di attraversare il confine svizzero passando per la dogana di Gandria. Quindi il 26/04/1945 sostò a Grandola con il suo seguito, presso l’Hotel Miravalle, in attesa che le autorità di confine svizzero dessero il lasciapassare.

Ciò non avvenne, pertanto il giorno dopo, riprese il suo viaggio verso Merano e… quel che successe in seguito è storia.


Il pomeriggio di quel 26 aprile, gli scagnozzi della Decima arrabattarono tutto quello che poterono per ospitare Mussolini e il seguito.


L’Agnello fu defraudato di tutto ciò che è stato loro possibile prendere: dai materassi alle stoviglie varie, alle coperte, lenzuola, ecc…


Quando Mussolini partì, i proprietari della pensione si recarono presso l’Hotel per recuperare, almeno in parte, quello che gli era stato sottratto, ma la triste realtà fu che non c’era più niente. In poche ore tutti avevano portato via tutto.


Negli anni ‘70 l’Agnello divenne anche pizzeria con Anna, nipote di Dina, e il marito Enrico.

Nel 1995, vista l’età delle proprietarie Anita e Giovanna e le diverse strade intraprese dalle loro discendenze, chiuse definitivamente. 

E ora ci siamo noi: Marika, figlia di Anna ed Enrico, e Marco, suo marito.

Abbiamo ascoltato la richiesta della nostra casa di accogliere di nuovo ospiti e non vediamo l'ora di ricevervi!


“Agnello” perché? Non si sa…nelle vecchie fotografie di famiglia spesso è ritratto un agnellino…ma non si sa altro.



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